VOGUE #OCTOBER 2020

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[EN]
On the theme of a mini architecture and/or a sculpture that contains a source of light, several authors have tried their hand at it, some seeking more artistic and imaginative results, others preferring rigour, but all with great attention to the technical factor.

Among the best known of Artemide, Gio Ponti with the Fato light fixture (1969), and now the new Curiosity by Davide Oppizzi. But if Ponti had already designed a "performance", Davide Oppizzi presents the empty stage.

"Everyone is free to imagine their own presentation on the lamp stage," says the Geneva designer, explaining the concept of the project, which in fact resembles an essential setting, but also, at will, a container, a small theatre, a private altar, a corner of wonders. In short, curiosity is the place of impartial silence, where we are once again the ones who "speak" through the things we choose to illuminate.

Available in two sizes to better accommodate objects of different sizes, it offers three different luminous intensities, so as to satisfy domestic needs, also becoming a display for shop windows. The white glass sphere of the diffuser can be added to create a more convivial and domestic atmosphere. Thanks to the long battery life (up to 26 hours of autonomy, with the lowest mode), the problem of recharging (fast, in 3 hours) becomes secondary. Essential colour chart to avoid stealing the show: black and white/brown. Heights: 36 and 45 cm.

Official website of ARTEMIDE
Official website of VOGUE magazine

[IT]
Sul tema di una mini architettura e/o scultura (magari mobile) che racchiude una sorgente luminosa si sono cimentati diversi autori, chi cercando esiti più artistici ed estrosi, chi preferendo il rigore, ma tutti con grande attenzione al fattore tecnico.

Fra gli arcinoti, Gio Ponti con la Fato (1969), per rimanere nel catalogo Artemide, dove ora troviamo la nuova Curiosity di Davide Oppizzi. Ma se Ponti aveva ideato già un “rappresentazione”, Oppizzi presenta la scena vuota.

«Ognuno è libero di immaginare la propria presentazione sul palcoscenico della lampada», dice infatti il designer ginevrino, spiegando il concept del progetto che in effetti si presenta come una essenziale cornice, ma anche, a piacere, contenitore, teatrino, altare privato, angolo delle meraviglie. Curiosity è insomma il luogo del silenzio imparziale, dove a “parlare” attraverso le cose che scegliamo di illuminare (o togliere dal proscenio) siamo ancora una volta noi.

Disponibile in due dimensioni per meglio accogliere oggetti di differenti dimensioni, offre tre diverse intensità luminose, così da soddisfare esigenze domestiche, divenendo anche display per vetrine. La sfera di vetro bianco del diffusore si può aggiungere creando così un’atmosfera più conviviale e domestica. Grazie poi all’elevata autonomia delle batterie (fino a 26 ore di libertà dalla rete, nella modalità più bassa) il problema della ricarica (rapida, in 3 ore) diventa secondario. Cartella colori essenziale per non rubare la scena:  bianco e nero/marrone. Altezze: 36 e 45 cm.